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Circolo Polare Artico

 

 
Il viaggiatore che partendo dalle zone temperate dell'emisfero boreale si muova verso nord (oppure verso sud da quello australe) noterà ben presto un singolare fenomeno: durante l'autunno e l'inverno troverà, a latitudini crescenti, tempi di illuminazione diurna via via sempre più brevi, mentre durante la primavera o l'estate essi saranno sempre più lunghi. Al di la di una certa latitudine, l'accorciamento del dì (è questo il termine con cui si indica il periodo di luce di una giornata) invernali e, rispettivamente, l'allungamento de quelli estivi, giungerà alle estreme conseguenze e il Sole in inverno non sorgerà (o in estate non tramonterà) per almeno due giornate consecutive. La linea lungo la quale incomincia a verificarsi questo fenomeno si trova a 66°33' di latitudine nord e viene chiamata Circolo Polare Artico.

Se l'asse di rotazione della terra fosse perpendicolare al piano della sua orbita di rivoluzione attorno al Sole, il cosiddetto circolo di illuminazione (e cioè la linea che divide la parte della terra illuminata da quella in ombra) passerebbe per i poli e coinciderebbe, in qualsiasi momento, con un circolo meridiano, tagliando quindi in due parti uguali tutti i paralleli. In tali condizioni il dì e la notte avrebbero la stessa durata (12 ore ciascuno) per tutto l'anno in ogni punto della superficie terrestre; i raggi solari giungerebbero sempre perpendicolari sull'Equatore mentre il loro angolo di incidenza( e con esso la quantità di luce di calore ricevuta dall'unità di superficie terrestre)) si farebbe via via sempre minore procedendo verso i poli; però, in nessun luogo della terra esisterebbero stagioni e cicli stagionali.

Poiché, invece, l'asse di rotazione terrestre è inclinato di 66°33'08" il circolo di illuminazione non coincide, in generale con i meridiani. L'asse terrestre, però, pur essendo inclinato sul piano dell'orbita intorno al sole, mantiene sempre una orientazione fissa rispetto alle stelle; di conseguenza, nel corso dell'anno, l'asse viene a puntare alternativamente verso il sole, in direzione opposta al sole e in tutte le posizioni intermedie, con il risultato che il periodo di illuminazione diurna varia nell'arco dell'anno e varia tanto più quanto è elevata la latitudine.

Oltre al circolo polare artico, inizia la zona detta appunto artica in cui si ha un lungo periodo di buio continuo in inverno  e un lungo periodo di luce continua in estate; la durata di questi periodi va da un minimo di 48 ore in corrispondenza del Circolo Polare Artico fino a 6 mesi, almeno in teoria, ai poli; in realtà, la notte artica ai poli è notevolmente accorciata del fenomeno delle aurore boreali .

In pratica, oltre al Circolo Polare Artico, il buio domina da settembre fino a marzo e il gelo dura almeno otto-nove mesi all'anno, superati i quali la vita esplode per una breve ma intensa estate artica.

 

da "Terre Artiche: la natura nel mondo"
L.Fornasarie - R. Massa
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