Home Itinerari Gallerie Amici Utility Cartoline WebCam Info Articoli
 



 

Alla ricerca di vita nell'artico

di STEPHEN LEAHY

 

 
GLI ESPERTI POLARI hanno annunciato di stare per intraprendere un censimento di portata epocale delle forme di vita marina nell'oceano Artico, che comprenderà anche l'analisi del bacino acquatico più antico del pianeta, una vasta distesa a nord dell'Alaska cinta di promontori scoscesi e coperta di ghiaccio, denominata Bacino Canada. Le creature marine che vivono in questa fossa profonda 381 chilometri sono rimaste isolate per milioni di anni.«Con abbastanza tempo e risorse a disposizione ci aspettiamo di scoprire centinaia di nuove specie», spiega Russ Hopcroft, ricercatore della University of Alaska. Sebbene sia il più piccolo - poco più di otto milioni e mezzo di chilometri quadrati - l'Artico è il meno esplorato degli oceani mondiali, essenzialmente perché ricoperto per la maggior parte da una calotta permanente di ghiaccio. Ultimamente, l'accelerazione del riscaldamento globale ha reso della massima urgenza l'avvio del Census of the Arctic Ocean, progetto internazionale pluriennale parte del più ampio Census of Marine Life, che durerà dieci anni e costerà un miliardo di dollari. Il censimento artico ha ottenuto inoltre di recente un finanziamento di 600 mila dollari dalla Fondazione privata Alfred P. Sloan.

Le temperature dell'Artico negli ultimi anni sono state di tre o quattro gradi superiori alla norma, innescando la fusione di parte della calotta ghiacciata. Gli effetti del riscaldamento globale si avvertono prima di tutto lì: per questo gli scienziati intendono comprendere meglio la vita marina delle regione e il suo equilibrio ecologico. «Dobbiamo stabilire dei margini di riferimento prima che le cose cambino troppo», spiega Hopcroft. In assenza di dati sulle specie esistenti a cui rapportarsi, non è possibile sapere quali sono a rischio estinzione né sperare di poter prevedere l'evoluzione futura. Una delle maggiori aree note dell'Artico è il bacino Canada a nord dell'Alaska. Ricoperto di ghiacci, è definito dagli scienziati il "Paradiso isolato". I promontori scoscesi che lo circondano vi hanno intrappolato all'interno varie specie impedendo loro di spostarsi verso acque più basse e isolandole dagli altri oceani del pianeta per milioni di anni. È probabile che vi si trovino, pertanto, forme di vita antiche e inusuali.

«Potremmo scoprire fossili viventi», continua Hopcroft, che ricorda come due anni fa vi siano state individuate almeno cinque nuove specie, grazie all'utilizzo di un veicolo a controllo remoto in grado di scendere oltre la calotta ghiacciata per videoregistrare alcune porzioni di bacino. Il dispositivo impiegato in quell'occasione e gli sforzi più recenti volti a esplorare altre regioni dell'Artico al di sotto dei ghiacci hanno rilevato una varietà sorprendente di forme di vita. L'Artico non è quindi un desrto d'acqua ghiacciata. Tanto per fare un esempio, la varietà di meduse e altro zooplankton gelatinoso è analoga a quella riscontrabile al largo delle coste californiane. Le condizioni particolari ed estreme fanno altresì in modo che le specie che vivono in queste zone sviluppino agenti biochimici del tutto inusuali, spiega Bodil Bluhm, altra ricercatrice della University of Alaska. Lo studio di tali componenti potrebbe un giorno portare all'elaborazione di tecniche più sofisticate di conservazione di tessuti e organi umani per i trapianti.

A prescindere dalle condizioni climatiche, la maggiore sfida che gli esperti del censimento artico dovranno affrontare sarà quella delle spese. Mantenere in funzione una nave rompighiaccio in grado di addentrarsi nella calotta per quattro, massimo sei chilometri al giorno costa quotidianamente 50 mila dollari. «Senza contare il costo degli equipaggiamenti scientifici, il cibo e la paga per il personale impegnato», continua la Bluhm. La ricerca è oltretutto complicata da fattori politici: alcune aree, per esempio quelle in cui si trovano depositi di petrolio o di gas o i siti sospettati di fungere da bacino per lo scarto di rifiuti nucleari, sono interdette. Malgrado ciò, il censimento vedrà la partecipazione attiva di tutte le nazioni artiche e in particolare dei russi, estremamente competenti per quanto riguarda la zona di loro giurisdizione. «È un progetto di portata enorme, che richiede la messa in comune di dati e risorse», prosegue la Bluhm. «È di fondamentale importanza arrivare a sapere che sta succedendo nell'Artico», fa eco Kathleen Crane dell'Arctic Research Office della National Oceanic and Atmospheric Administration. La fusione dei ghiacci, i cambiamenti nelle correnti oceaniche e nel livello di salinità potrebbero creare le condizioni per un brusco mutamento climatico. «Potremmo trovarci drammaticamente impreparati», conclude la ricercatrice. «Sappiamo più della superficie di Marte che degli abissi dell'Artico».


Fonte : BOILER  settimanale dell'Enel di scienza, innovazione e ambiente