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Veleni chimici al polo

 

 
Orsi, foche e uccelli rischiano la salute a casusa della contaminazione. Alterate anche le capacità riproduttive degli animali. In un rapporto il Wwf lancia l'Sos: «L'Artico sta diventando una discarica chimica»

Allarme bomba chimica in Artico. La distesa immacolata è infatti solo apparentemente intatta e incontaminata. In realtà nasconde un cocktail di veleni servito ghiacciato che colpisce mammiferi e uccelli, compromettendone in modo grave lo stato di salute, l'abilità a resistere in un ambiente estremo, la capacità di riproduzione, lo sviluppo. E il rischio è quello di un'alterazione irreversibile di questa immensa regione del Pianeta. L'Sos, l'ultimo in ordine di tempo, dopo il cannibalismo tra orsi polari e l'emergenza descritta da Al Gore nel suo documentario, è contenuto in un nuovo rapporto del Wwf che oggi ha fatto il giro del mondo.

Le correnti oceaniche e i venti spingono verso Nord le sostanze inquinanti, provenienti dalle regioni industrializzate degli Stati Uniti e dell'Europa Occidentale. Una minaccia per i suoi 4 milioni di abitanti e le numerose specie animali: lepri, volpi artiche, renne, caribù, buoi muschiati, foche, trichechi, lupi, beluga, orsi, orche, ciascuno con speciali strategie per sopravvivere in un ambiente estremo, afferma il rapporto del Wwf. In particolare si è rilevato che l'esposizione alle sostanze chimiche tossiche interferisce con il sistema ormonale e immunitario, modifica i livelli di vitamina A e provoca fragilità della struttura ossea. Ciò vuol dire che a essere alterate sono le principali funzioni vitali: metabolismo, sviluppo, fertilità, determinazione del sesso, funzioni neurologiche, stimoli della fame e della sete, impulsi sessuali.

Gli orsi polari, al vertice della catena alimentare, risultano gravemente contaminati da sostanze attualmente in uso negli elettrodomestici, come i ritardanti di fiamma bromurati (Bfr) e i composti perfluorinati, con conseguenti alterazioni del sistema immunitario, ormonale e diminuzione dello spessore delle ossa. I beluga, che prediligono acque costiere poco profonde e risalgono le foci dei fiumi, aree ad altissima concentrazione di inquinanti chimici, sono tra le specie artiche più intossicate, tanto che i corpi di alcuni esemplari trovati morti, provenienti dall'estuario del fiume San Lorenzo in Canada, sono stati smaltiti come rifiuti tossici. Per quello che riguarda gli
uccelli poi c'é da osservare che molte sostanze chimiche tossiche si concentrano nel tessuto adiposo e, al momento della deposizione, passano nelle uova, con la conseguenza che l'embrione già nelle prime fasi di sviluppo è esposto ai contaminanti chimici.

«L'Artico sta diventando sempre più una sorta di discarica chimica – ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia – molti tra i prodotti chimici tossici che usiamo nelle nostre case finiscono nell'Artico con conseguenze gravissime per la salute di tutte le specie animali perché tali sostanze si accumulano nelle catene alimentari coinvolgendo, in particolare, gli esseri viventi che ne sono al vertice».

Questi gli effetti conosciuti dell'inquinamento chimico sulle specie artiche (Fonte, Wwf):

- Orsi polari: alterazione del sistema immunitario, ormonale e della vitamina A. Ossa più fragili

- Foche e leoni marini: deformità scheletriche, problemi riproduttivi, malattie della pelle, tossicità per il sistema immunitario, cancro e cambiamenti nei livelli degli ormoni tiroidei e della vitamina A.

- Beluga: infezioni parassitarie, altre malattie infettive, cancro (in particolare cancro intestinale), lesioni indicanti problemi riproduttivi e immunitari.

- Uccelli: effetti sulla riproduzione, sul comportamento, sulle funzioni immunitarie e sullo sviluppo; riduzione delle cure parentali durante l'incubazione delle uova e alterazioni del
piumaggio.

Fonte: Editoriale La Nuova Ecologia http://www.lanuovaecologia.it