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Il santuario dei catacei finisce

 

 

Il 25 di novembre  è stato undicesimo anniversario dell’istituzione del Santuario dei cetacei del Mar ligure; una ricorrenza purtroppo triste: da troppo tempo è un santuario virtuale, nonostante le recenti ottime iniziative dell’assessorato regionale all’ambiente e del sindaco di Andora di riattivare a Genova le strutture organizzative per farlo funzionare.
La Protezione Animali savonese ricorda che fu proprio per le battaglie dell’ENPA che l’area di protezione venne istituita in accordo con Francia e Principato di Monaco.  Ma fino ad oggi è brillata per la sua quasi totale assenza di iniziative concrete per tutelare l’enorme patrimonio naturale costituito da migliaia di cetacei (balenottere, capodogli, globicefali, grampi, zifi, stenelle e delfini comuni) che vivono e frequentano il mar ligure.

L’ENPA ritiene essenziale  riattivare gli organi di gestione e disciplinare il traffico marittimo imponendo alle navi l’adozione di strumenti già installati sui battelli da crociera della Costa, per individuare la presenza dei grossi cetacei ed evitare mortali impatti; contrastare l’uso illegale delle reti da pesca cosiddette “spadare”  per la pesca al pescespada (che catturano ed uccidono i cetacei) ma vietare, almeno nel santuario, l’uso delle “ferrettare”, che sono soltanto spadare un po’ più corte (2.500 metri); dirottare i fondi del ministero delle politiche agricole e forestali sull’incremento del pescatursimo, sia per favorire l’osservazione corretta dei cetacei (whalewatching e diving) che per attivare campagne di recupero e smaltimento delle reti da pesca abbandonate o perdute dai pescherecci; ed infine ampliare le superfici delle riserve naturali marine (Bergeggi, Gallinara, etc.) e dei siti marini di importanza comunitaria (SIC), imponendo forti limitazioni alla pesca lungo la fascia costiera, dove si riproduce tutta la delicata catena biologica marina.




Fonte:  AllZone.com