Un nuovo rapporto sulle foche
- a cura di Greenpeace Italia
Greenpeace ha reso noto oggi il rapporto "Canadian Seal Hunt: No
Management and No Plan", che dimostra come le motivazioni addotte dal
Governo Canadese per giustificare la caccia commerciale alle foche
siano superficiali, incomplete e totalmente datate. Il piano di caccia
canadese per il triennio 2003-2005 - Atlantic Seal Hunt Management Plan
- dà avvio al più grande programma di caccia
commerciale alle foche dal 1971, anno in
cui fu introdotto il Tacs, cioè il numero massimo
cacciabile. Se anche le limitazioni dovessero essere strettamente
osservate, il risultato sarebbe la significativa riduzione della
popolazione di foche.
"È irresponsabile e scientificamente ingiustificabile che il
Governo Canadese consenta l'uccisione di quasi un milione di foche
mentre i suoi scienziati non sono in grado di valutare accuratamente la
consistenza delle popolazioni, l'attuale numero di foche cacciate
né gli impatti che fattori esterni, come i cambiamenti
climatici, possono avere sulla salute delle stesse foche" afferma
Mhairi Dunlop di Greenpeace International. "Il Governo Canadese ha una
lunga storia di cattiva gestione dell'ecosistema marino, preoccupato
soprattutto degli interessi economici a breve termine
dell'industria della pesca piuttosto che della tutela del mare e delle
sue risorse".
Il rapporto di Greenpeace fornisce un background storico ed ecologico
per valutare accuratamente il piano di sviluppo della caccia alle foche
del Governo Canadese, smentendo quelle argomentazioni scientifiche
usate per
giustificare la caccia commerciale. In particolare, "Canadian Seal
Hunt: No Management and No Plan" documenta i diversi fattori che
minacciano la popolazione di foche, inclusa la caccia commerciale,
mettendo inoltre in
risalto le interazioni fra le foche e le altre componenti
dell'ecosistema oltre che la pesca.
Nel rapporto si può leggere, fra l'altro, che:
- Le omissioni sul reale numero di foche cacciate rendono le quote
diffuse da Dipartimento degli Oceani e della Pesca (DFO) canadese
scientificamente indifendibili.
- Il numero di foche che è consentito cacciare nel triennio
2003-2005 è di 975.000 esemplari. Questa cifra,
però, non tiene conto degli animali "uccisi e persi", di
quelli uccisi illegalmente, di quelli abbandonati
perché la pelliccia è danneggiata, ecc. ecc.
- Il piano canadese di gestione della popolazione di foche si basa
sulla convinzione che non ci saranno cambiamenti nei fattori biologici
e ambientali nel breve e nel lungo termine. Una premessa decisamente
discutibile se solo si considerano gli impatti dei cambiamenti
climatici sugli oceani e sui ghiacciai.
- Le stime si basano su un censimento della popolazione di foche che
avviene ogni 5 anni. Ma, poiché la caccia commerciale
riguarda i cuccioli di foca (il 95% viene cacciato dopo i primi 14
giorni di vita e sempre
prima di un anno), questi non raggiungono i cinque anni di vita.
Quindi, occorrerebbero almeno dieci anni per avere un'idea del reale
impatto sulla popolazione di foche e almeno 15 anni valutare
esattamente tutti i trend.
Questo rende prive di senso le basi su cui poggiamo la conservazione e
il monitoraggio del DFO.
Il Dipartimento per gli Oceani e la Pesca dichiara che "l'approccio
precauzionale" alla protezione dell'ecosistema marino è la
principale chiave del suo modello di gestione. Se il DFO dice la
verità, allora fermerà immediatamente la caccia
alle foche non appena avrà letto questo rapporto.
Per ulteriori informazioni:
Greenpeace Italia
Viale Manlio Gelsomini, 28
I-00153 Roma
Phone: +39 06 57299944
Mobil: +39 348/3988607
Leggi il rapporto The Canadian Seal Hunt:
http://www.greenpeaceusa.org/multimedia/download/1/777518/0/canadian_seal_hunt.pdf
Sito campagna balene
http://www.greenpeace.it/balene
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