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Il pack si spacca


 
Il fenomeno accade in Antartide, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici. A riferirlo sono alcuni ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche. Se ne è parlato nel corso del Convegno "Il K2 cinquant'anni dopo. La ricerca scientifica negli ambienti estremi", svoltosi a Roma, presso il Cnr

Atterraggio difficile per i ricercatori impegnati in Antartide. La superficie di ghiaccio della Thetis Bay, dove ha sede la base italiana "Stazione Mario Zucchelli", quest'estate appariva dall'alto come un puzzle di tessere bianche galleggianti. "È la prima volta" dichiara Roberto Azzolini, coordinatore del progetto Polarnet del Consiglio nazionale delle ricerche e membro della Commissione scientifica nazionale per l'Antartide, "che la banchisa, utilizzata come aeroporto, si rompe con più di un mese di anticipo, rendendo difficile qualsiasi operazione logistica per il ricambio del personale e l'approvvigionamento". Del fenomeno si è parlato nel corso del recente convegno "Il K2 cinquant'anni dopo. La ricerca scientifica negli ambienti estremi", che si è tenuto lo scorso mese di dicembre (2004) a Roma presso il Cnr.

Secondo gli esperti il fenomeno può essere messo in relazione ai cambiamenti climatici, i cui effetti appaiono vistosi soprattutto in Artide dove, a partire dagli anni '70, l'estensione del ghiaccio marino si è ridotta del 6%. Ma tornando in Antartide, cosa sta accadendo in questo continente, grande più dell'Europa? "L'Antartide" spiega Giuseppe Orombelli, glaciologo, vicepresidente della Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide "racchiude il 90 % del ghiaccio presente sulla Terra e il 70% dell'acqua dolce. I suoi margini, in particolare i ghiacci presenti nella penisola che si protende verso l'estremità meridionale del Sud America, fuori dal Circolo Polare, sono i più sensibili ai cambiamenti climatici.

In un cinquantennio, la temperatura media annua è aumentata di 2,5 °C e, più recentemente, si è assistito al collasso repentino delle piattaforme di ghiaccio galleggianti che hanno un ruolo di freno allo sbocco in mare dei ghiacciai: la loro scomparsa consente un più rapido afflusso di ghiaccio sotto forma di iceberg alla deriva". Un campanello d'allarme di un cambiamento che va valutato adeguatamente: l'Antartide è il "barometro" della situazione climatica globale, influenza direttamente o indirettamente la circolazione atmosferica, la circolazione oceanica, il livello del mare, il clima della Terra, e nei suoi ghiacci, formati dalla deposizione di nevi continentali, sono registrate le condizioni climatiche che esistevano nella preistoria. "Il ghiaccio estratto e finora studiato con la perforazione (3140 m)" aggiunge Azzolini "ci testimonia le variazioni degli ultimi 740 mila anni".

a cura del CNR


Per ulteriori informazioni:

Roberto Azzolini
coordinatore del progetto Polarnet del Consiglio nazionale delle ricerche
e membro della Commissione scientifica nazionale per l'Antartide
E-mail: polarnet@dcas.cnr.it

Giuseppe Orombelli
vicepresidente della Commissione scientifica nazionale per l'Antartide
E-mail: giuseppe.orombelli@unimib.it