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Una nuova tecnica per scoprire se e dove si scioglie il Polo Nord
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I ricercatori della NASA
e di altre strutture di ricerca hanno messo a punto una tecnica che
combina immagini da satellite e filmati realizzati da aerei-spia per
scoprire eventuali pozze d'acqua che emergessero dallo scioglimento
della calotta polare artica. Un sistema innovativo, perché
finora non era possibile monitorare in modo adeguato e accurato la
quantità d'acqua derivante dallo scioglimento.
La tecnica punta sul fatto che l'acqua che si forma sul mare ghiacciato durante l'estate assorbe più energia solare di quella riflessa nello spazio rispetto a quanto fa il ghiaccio. E il bilancio tra energia assorbita e energia riflessa ha un effetto notevole sul clima dell'Artico e su quello globale. Proprio l'assorbimento maggiore causato dall'acqua provoca infatti una reazione a catena, portando allo scioglimento di altro ghiaccio. Utilizzando il sistema sofisticato di immagini aeree,
registrate durante un'escursione nell'estate del 2000, e combinandolo
con quelle satellitari, più rozze ma disponibili in
abbondanza e quindi più facilmente utilizzabili, i
ricercatori sono riusciti a interpretare in modo corretto i segni meno
evidenti sulle immagini da satellite. Conoscere i punti in cui si forma l'acqua e i tempi in
cui questo avviene permetterà quindi agli scienziati di
calcolare il bilancio energetico della zona artica e migliorare le
previsioni climatiche sia locali che globali. Fonte: Agenzia ZadiG-Roma |
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