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Una nuova tecnica per scoprire se e dove si scioglie il Polo Nord

 

 
I ricercatori della NASA e di altre strutture di ricerca hanno messo a punto una tecnica che combina immagini da satellite e filmati realizzati da aerei-spia per scoprire eventuali pozze d'acqua che emergessero dallo scioglimento della calotta polare artica. Un sistema innovativo, perché finora non era possibile monitorare in modo adeguato e accurato la quantità d'acqua derivante dallo scioglimento.

La tecnica punta sul fatto che l'acqua che si forma sul mare ghiacciato durante l'estate assorbe più energia solare di quella riflessa nello spazio rispetto a quanto fa il ghiaccio. E il bilancio tra energia assorbita e energia riflessa ha un effetto notevole sul clima dell'Artico e su quello globale. Proprio l'assorbimento maggiore causato dall'acqua provoca infatti una reazione a catena, portando allo scioglimento di altro ghiaccio.

Utilizzando il sistema sofisticato di immagini aeree, registrate durante un'escursione nell'estate del 2000, e combinandolo con quelle satellitari, più rozze ma disponibili in abbondanza e quindi più facilmente utilizzabili, i ricercatori sono riusciti a interpretare in modo corretto i segni meno evidenti sulle immagini da satellite.
E quindi sono ora in grado di usare una specie di legenda per evidenziare la presenza di pozze d'acqua sulle immagini satellitari, riprese dall'Enhanced Thematic Mapper Plus (ETM+) del satellite Landsat 7, senza dover ricorrere alle riprese aeree, più costose e più sporadiche.

Conoscere i punti in cui si forma l'acqua e i tempi in cui questo avviene permetterà quindi agli scienziati di calcolare il bilancio energetico della zona artica e migliorare le previsioni climatiche sia locali che globali.
6 ottobre 2003

 

Fonte:  Agenzia ZadiG-Roma