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Brutte e calde notizie dall'artico
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Uno studio internazionale afferma che il
clima della regione artica si sta riscaldando rapidamente, due volte
più rapidamente del pianeta nel suo insieme
L'Artico si scalda, e non è una buona
notizia. Uno studio internazionale senza precedenti afferma che il
clima della regione artica si sta riscaldando rapidamente, due volte
più rapidamente del pianeta nel suo insieme, descrive come
l'aumento della temperatura sull'oceano Artico e sulle terre che vi si
affacciano significa cambiamenti radicali per la regione e per le
popolazioni viventi che vi abitano, umane e non. L'«Arctic
Climate Impact Assessment» (Acia) è stato
commissionato dall'Arctic Council, l'organizzazione intergovernativa
delle otto nazioni affacciate sull'oceano (una volta) ghiacciato che
copre il polo nord: Canada, Danimarca, Finlandia, Svezia, Islanda,
Norvegia, Russia, Stati uniti - più la nazione dei nativi
Inuit. Dunque il Consiglio Artico ha commissionato lo studio e 600
scienziati di tutto il mondo vi hanno lavorato per quattro anni. Ora lo
studio è concluso, e nei giorni scorsi ne è
circolata una sintesi, ripresa da varie agenzie. Il rapporto prevede
che la temperatura media nell'Artico aumenti tra 4 e 7 gradi da qui al
2100, circa il doppio dell'aumento globale previsto negli studi del
Ipcc (il comitato intergovernativo sul clima, corpo di scienziati
istituito dalle Nazioni unite per studiare il cambiamento del clima).
La temperatura al polo aumenta più in fretta per via dei
modelli globali di circolazione dell'aria, e poi perché lo
scioglimento dei ghiacci (che riflettono i raggi del sole) lascia
esposta superfice marina e terre (scure) che invece intrappolano
più calore. Non che questa sia una sorpresa: quello che
allarma, in quel rapporto, è la portata dei cambiamenti
previsti. Gli scienziati, che dicono di essersi attenuti alle
previsioni medie (non le più estreme) per evitare
controversie, disegnano uno scenario drammatico. I ghiacci si
assottigliano e intere zone dell'oceano Artico saranno scoperte
d'estate. Si sciolgono zone sempre più ampie di permafrost,
lo strato di terra ghiacciata in modo perenne che copriva le terre
polari: così collassano strade, oleodotti, edifici (come se
venissero meno le fondamenta su cui erano costruiti). Con il ritirarsi
dei ghiacci la fauna polare è in pericolo: mammiferi marini
come l'orso polare, il tricheco e diverse specie di foche potrebbero
andare estinti entro metà del secolo perché il
loro habitat sarà stravolto Marina Forti Fonte: www.ilmanifesto.it |
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