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Il leopardo delle nevi specie gravemente minacciata

 

 

Il leopardo delle nevi è classificato come specie "gravemente minacciata", nella lista rossa dell’Iucn (International Union for the Conservation of Nature) e se non ci saranno interventi di tutela immediati, sostengono gli esperti, rischia di scomparire. Alcuni progetti sono in corso in vari Paesi, ma è soprattutto il "Vanishing tracks on the roof of the world", meglio noto come "Progetto Leopardo delle nevi", del Comitato Ev-K2-Cnr, in Nepal, a suscitare l’interesse internazionale.
Oltre a calcolare le ricadute sulla fauna locale, il progetto punta a realizzare una stima numerica precisa del numero di leopardi presenti sulle montagne nepalesi. Attualmente si parla di 1-3 esemplari ogni 100 chilometri quadrati. La campagna di ricerca scientifica, coordinata da Sandro Lovari - docente dell’Università di Siena e collaboratore del Comitato Ev-K2-Cnr - durerà tre anni. Lo studio si svolge in un’area compresa fra i villaggi di Namche (3.400 metri d’altezza) e Phortse (3.850), e il lago di Gorkyo (4.750). Prevede, fra l’altro, la cattura di 3-4 esemplari a cui verranno applicati dei radio-rilevatori. Attraverso il tracciamento satellitare, i leopardi saranno seguiti nei loro movimenti e nelle loro abitudini. Sarà così possibile studiarne il comportamento e l’habitat e sviluppare iniziative che rendano il ritorno del predatore accettabile anche agli allevatori - creazione di rifugi in pietra nei quali proteggere il bestiame dalle incursioni dei leopardi - e compatibile con la presenza degli altri animali della regione.

Da oltre 15 anni, il Comitato italiano è il punto di riferimento scientifico mondiale per l’area nepalese e il Parco dell’Everest, grazie anche alle ricerche effettuate nel laboratorio osservatorio Piramide del Cnr. Non esistono numeri precisi sulla presenza del leopardo delle nevi in Asia. I ricercatori stimano che non ve ne siano più di 4.000 esemplari, disseminati tra le creste inaccessibili dell'Himalaya, i dirupi del Tibet, le gole più selvagge del Pamir e le lande della Mongolia. Secondo stime più pessimistiche, invece, non si arriverebbe alle 2.500 unità. Di certo durante gli anni ’60 il numero si ridusse a soli 1.000 esemplari. L’animale, in effetti, è in pericolo. È molto ambito dai bracconieri per la sua pelliccia, le ossa dei cuccioli sono ricercate dalla medicina tradizionale cinese, mentre i pastori lo odiano per le razzie tra le greggi di pecore e capre e non esitano ad abbatterlo.

Solo di recente il team di Lovari ha avvistato nel parco di Sagarmatha due esemplari di leopardo delle nevi sul versante meridionale dell’Everest. Mentre il biologo nepalese Som Ale - che collabora con il Comitato – è riuscito addirittura a fotografare, casualmente, una coppia di leopardi in azione. Si tratta di un avvistamento molto significativo. Il leopardo mancava infatti in questa zona fin dal 1960.

 

Fonte : La scoperta della settimana di Buongiorno Vitaminic SpA in collaborazione con Newton