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L'inquinamento al polo minaccia gli animali
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Un
rapporto del Wwf denuncia i danni alla salute di mammiferi e uccelli.
Correnti oceaniche e venti
scaricano i veleni dell'uomo sull'Artico. A rischio i sistemi ormonali
e immunitari e le capacità riproduttive
MILANO - Nell'estremo nord
del Mondo c'è qualcosa che non va. Da tempo gli scienziati
denunciano che correnti oceaniche e venti scaricano sull'Artico i
veleni prodotti dall'uomo e contaminano sempre di più un
ecosistema dal quale dipendiamo tutti. I primi a pagarne le
conseguenze, secondo l'ultimo rapporto del Wwf, sono i circa 4 milioni
di abitanti e specie animali che vivono al Polo Nord: ci sono le prove
dei danni che colpiscono le diversi specie.
COCKTAIL DI VELENI - Un cocktail di veleni colpisce mammiferi e uccelli, compromettendone in modo grave lo stato di salute, l’abilità a resistere in un ambiente estremo, la capacità di riproduzione, lo sviluppo. In particolare si è rilevato che l’esposizione alle sostanze chimiche tossiche interferisce con il sistema ormonale e immunitario, modifica i livelli di vitamina A e provoca fragilità della struttura ossea. Ciò vuol dire che a essere alterate sono le principali funzioni vitali: metabolismo, sviluppo, fertilità, determinazione del sesso, funzioni neurologiche, stimoli della fame e della sete, impulsi sessuali OSSA PIU' SOTTILI -
Gli orsi polari, per esempio, al vertice della catena alimentare,
risultano gravemente contaminati da sostanze attualmente in uso negli
elettrodomestici, come i ritardanti di fiamma bromurati (Bfr) e i
composti perfluorinati, con conseguenti alterazioni del sistema
immunitario, ormonale e diminuzione dello spessore delle ossa. I
beluga, che prediligono acque costiere poco profonde e risalgono le
foci dei fiumi, aree ad altissima concentrazione di inquinanti chimici,
sono tra le specie artiche più intossicate, tanto che i
corpi di alcuni esemplari trovati morti, provenienti
dall’estuario del fiume San Lorenzo in Canada, sono stati
smaltiti come rifiuti tossici.
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