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Il perché del giorno e della notte
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Se l’asse di
rotazione della Terra fosse perpendicolare al piano della sua orbita di
rivoluzione attorno al Sole, il cosiddetto circolo
di illuminazione (e cioè la linea che divide la
parte della Terra illuminata da quella in ombra) passerebbe per i poli e
coinciderebbe, in qualsiasi momento, con un circolo
meridiano, tagliando quindi in due parti uguali tutti i paralleli. In
tali condizioni, il di e la notte avrebbero la stessa durata (12 ore
ciascuno) per tutto l’anno in ogni punto della superficie
terrestre; i raggi solari giungerebbero sempre perpendicolari
sull’Equatore mentre il loro angolo di incidenza (e, con
esso, la quantità di luce e di calore ricevuta
dall’unità di superficie terrestre) si farebbe via
via sempre mmore procedendo verso i poli; però, in
nessun luogo della Terra esisterebbero stagioni e cicli
stagionali. Poiché,
invece, l’asse di rotazione terrestre è inclinato
di sessantasei gradi e mezzo, il circolo di illuminazione non coincide,
in generale, con i meridiani. L’asse terrestre,
però, pur essendo inclinato sul piano dell’orbita
attorno al Sole, mantiene sempre una orientazione fissa rispetto alle
stelle; di conseguenza, nel corso dell’anno, l’asse
viene a puntare alternativamente verso il Sole, in direzione
opposta al Sole e in tutte le posizioni intermedie, con il risultato
che il periodo di illuminazione diurna varia nell’arco
dell’anno e varia tanto più quanto più
è elevata la latitudine. Oltre il Circolo polare artico,
inizia la zona detta appunto artica in cui si ha un lungo periodo di
buio continuo in inverno e un lungo periodo di luce continua in estate;
la durata di questi periodi va da un minimo di 48 ore in corrispondenza
del Circolo polare artico fino a sei mesi, almeno in teoria, ai poli;
in realtà, la ‘notte’ artica ai poli
è notevolmente accorciata dal fenomeno delle aurore boreali. In pratica, oltre al
Circolo polare artico, il buio domina da settembre fino a marzo e il
gelo dura almeno otto-nove mesi all'anno, superati i quali la vita
esplode per una breve ma intensissima "estate".
da "Terre Artiche: la natura nel mondo" |
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