Oceano Meridionale, International - Due navi di
Greenpeace, "Esperanza" e "Arctic Sunrise" sono entrate in azione oggi
contro la flotta giapponese nelle acque dell'Oceano Meridionale, dove i
grandi cetacei dovrebbero essere protetti da un Santuario
internazionale. 8 gommoni lanciati dalle due navi hanno ostacolato le
manovre delle navi giapponesi, "Nisshin Maru" e "Kyo Maru Number One",
mentre l' "Esperanza" affiancava ripetutamente le due navi nel momento
in cui venivano caricate le balenottere minori cacciate.
A bordo dell'Esperanza anche un'attivista italiana, Caterina Nitto,
skipper di professione in Sardegna. In una chiamata radio alle navi
baleniere, effettuata dal ponte dell' "Arctic Sunrise", Yuko Hirono, di
Greenpeace Giappone ha chiesto ai balenieri di smettere e di lasciare
immediatamente le acque del Santuario internazionale dei Cetacei
dell'Oceano Meridionale.
Nonostante i ripetuti richiami della Commissione Baleniera
Internazionale che chiede al Giappone di bloccare la presunta caccia
scientifica, quest'anno l'agenzia della pesca giapponese ha
più che raddoppiato la quota di balenottere minori cacciata,
arrivando a 935 e aggiungendo 10 balenottere comuni, specie minacciata
d'estinzione. Nei prossimi 2 anni, oltre a 50 megattere, verranno
cacciati altri 40 esemplari di balenottera comune, la più
grande creatura sulla Terra dopo la balenottera azzurra, che
è quasi estinta per via della caccia.
Di scientifico la caccia alle balene non ha nulla: come documentano le
immagini di Greenpeace, nonostante la scritta "Ricerca" dipinta sulla
fiancata delle navi, le balene a bordo vengono pesate, sezionate e
impacchettate per raggiungere i mercati del pesce.
Il confronto con le baleniere giapponesi di oggi è solo la
prima tappa del lungo viaggio dell'Esperanza attraverso i mari dei 5
continenti con l'obiettivo di difendere gli Oceani e promuovere la
creazione di una rete di aree marine protette.
La nave è attesa in estate nel Mediterraneo. A
bordo delle due navi ci sono attualmente 70 persone di equipaggio
provenienti da 19 paesi.
Fonte: Greenpeace / Jeremy S.Hibbert
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fonte : Greenpeace Italia
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