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La glaciazione

 

 

 

L’ultima glaciazione risale al tardo Pleistocene, cioè all’inter­vallo di tempo compreso tra centomila e diecimila anni fa. Essa è nota come glaciazione di Wùrm per l’area europea, come glaciazione del Valdai per l’Unione Sovietica e come glaciazione del Wisconsin per il continente nordamericano; nella sua fase più fredda i ghiacciai ricÒprivano gran parte delle terre emerse dell’emisfero boreale con strati di diversi chilometri di spessore. Intorno a ventimÌla anni fa, il gelo si spinse quasi fino al 5O~ parallelo, seppellendo la maggior parte del Canada e raggiungendo la latitudine di Copenhagen e di Mosca.

Moltissime testimonianze fossili raccolte tra questa linea e il margine settentrionale dei continenti contribuiscono a de-scriverci quale sia stato l’aspetto delle immense regioni a fronte dei ghiacciai e quale la loro fauna. Vere miniere di interessantissimi reperti sono state trovate nei territori dispo­sti ad arco intorno alla parte settentrionale del Pacifico, dalla Siberia orientale alle coste dell’Alaska.

Per qualche strana ragione, a tuttoggi ignota, queste zone, inizialmente libere dai ghiacci, ne furono ricoperte proprio quando il grande fronte incominciò a ritirarsi e questo evento sopravvenne con una rapidità tale che animali e piante vi rimasero in trappola congelati, giungendo cosf fino a noi in un perfetto stato di conservazione. Sappiamo cosf che gli arbusti e le graminacee erano a quel tempo molto più abbon­danti di quanto non lo siano nell’attuale tundra, tanto da potere sostenere vaste mandrie di grandi ungulati, che a loro volta fornivano cibo ad altri animali stupefacenti come i lupi, i leoni e gli orsi delle caverne.

Nei depositi glaciali sono state ritrovate persino molte carcas­se di mammut assolutamente intatte, complete come se fosse­ro resti di animali morti il giorno prima. Gli studiosi hanno potuto analizzare questi resti del passato nel modo più com­pleto possibile, tentando persino esperimenti azzardati: l’a­nalisi dei cromosomi, il loro trapianto in nuclei di cellule-uovo di elefante e la fecondazione artificiale di queste cellule. Se questi esperimenti sortissero un esito completamente po­sitivo, il mammut potrebbe in teoria tornare, con l’aiuto dell’uomo, a calcare le terre dei suoi antenati.

 

 

da "Terre Artiche: la natura nel mondo"
L.Fornasarie - R. Massa
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