Finiscono nel cestino della
carta straccia
Greenpeace ha annunciato oggi la creazione di una "stazione forestale"
all'interno delle ultime foreste della Lapponia finlandese, dove le
comunità indigene Sami allevano le renne. L'iniziativa
è stata presa in seguito alla decisione del governo
finlandese di iniziare il taglio di alcune foreste di conifere
importanti per il pascolo invernale delle renne, nonostante le
raccomandazioni del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.
La "stazione forestale" di Greenpeace sarà una base dalla
quale monitorare le operazioni di taglio delle foreste e assistere le
cooperative di allevatori Sami di renne nel delimitare le aree di
foresta da proteggere dal taglio.
Gli attivisti vivranno in strutture simili a containers o nelle tende
tradizionali dei Sami. In Finlandia vivono circa 4.000 Sami. Una
coalizione di allevatori di renne ha recentemente inviato una lettera
al Ministro delle Foreste finlandese, chiedendo una moratoria del
taglio delle foreste in territorio Sami, sostenuta anche da Greenpeace
e da altre
organizzazioni ambientaliste finlandesi.
"Il governo finlandese continua il taglio industriale delle foreste dei
Sami e Greenpeace è lì, a fianco di questi
popoli, finché non verrà riconosciuto il loro
diritto all'allevamento tradizionale delle renne, che dipende
dall'esistenza di foreste mature" ha detto Sergio Baffoni, di
Greenpeace. L'azienda forestale di stato, Metsähallitus, ha
pian piano
deforestato, porzione dopo porzione, le terre dei Sami nella Lapponia
finlandese. Circa il 70% del legname tagliato da Metsähallitus
viene utilizzato per la produzione di cellulosa: la multinazionale
della carta StoraEnso compra la maggior parte di questa cellulosa
impiegata anche in Italia per riviste, pubblicazioni e perfino carta
igienica.
"Purtroppo siamo vicini a un punto di non ritorno: la
Metsähallitus sta per tagliare gli ultimi tratti di foresta
primaria in cui vive il 'lichene delle renne', vitale per il pascolo
invernale di questi animali, principale fonte di sussistenza dei Sami"
continua Baffoni.
In Italia oltre 50 scrittori si sono impegnati, aderendo all'appello di
Greenpeace, a non stampare i propri libri su carta proveniente dalla
distruzione delle foreste primarie scegliendo invece carta riciclata,
scoprendo che spesso non costa di più e piace ai lettori.
L'uscita di numerosi libri stampati su 'carta amica delle foreste'
dimostra che
l'alternativa è praticabile e alla portata di editori,
piccoli, medi e grandi.
Anche sul fronte della carta igienica, aziende come la Coop hanno
introdotto sul mercato fazzoletti, tovaglioli, carta igienica e
asciugatutto prodotti con cellulosa certificata FSC, che non proviene
dalla distruzione delle foreste primarie. Greenpeace chiede all'intera
industria cartaria del nostro Paese di non rendersi complice della
distruzione delle foreste.
In collaborazione con http://www.giornaletecnologico.it/
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