L'artico sta subendo un cambiamento
rapido e irreversibile" lo afferma un rapporto preparato per le otto
nazioni che confinano con la regione.
L'Arctic Climate Impact Assessment (ACIA) ha concluso recentemente un
rapporto sullo scioglimento del ghiaccio in cui si fanno previsioni
sulla probabile scomparsa del ghiaccio artico estivo tra il 2060 e il
2100, nel quale vengono considerati anche i crescenti livelli di
radiazioni ultraviolette conseguenza dell'assottigliamento dello strato
d'ozono.
Il documento, discusso in un simposio scientifico a Revjavik, dichiara
che negli anni a venire saranno seriamente minacciati gli ecosistemi e
le popolazioni della regione artica. I dati riportati nel documento
parlano chiaro: nell' Artico le temperature medie si sono innalzate con
un tasso doppio rispetto al resto del pianeta, il permafrost si sta
scongelando, la vegetazione si sta spostando sempre più a
nord e gli orsi polari lottano contro l'estinzione. Un futuro
più caldo cambierà radicalmente la posizione
delle piante e degli animali dell'Artico, come le
renne/caribù.
Attualmente si stima che circa 600 milioni di uccelli si riproducano
ogni anno nella regione. Molti dei loro siti di nidificazione preferiti
nella tundra si ridurranno.Anche le previsioni future, basate su
modelli computerizzati, non sono rosee: ci si attende, infatti, un
riscaldamento della regione tra i 4° ed i7 °C, entro il
2100.
A sostegno dell'obiettività e della scientificità
con cui è stato condotto lo studio, nella relazione vengono
considerati anche gli eventuali "vantaggi" di un pianeta più
caldo: alcune aree saranno, infatti, coltivabili con più
facilità, i giacimenti di gas e carbone saranno
più accessibili, sarà possibile aprire nuove
rotte marittime e aumenterà la pescosità di
alcune aree.
Le popolazioni locali "dovranno adattarsi"
Il documento dell'ACIA, redatto da più di 300 scienziati in
4 anni, è uno dei più dettagliati studi
sull'andamento del riscaldamento e sullo sconvolgimento climatico che
sta cambiando una regione della Terra.
È stato commissionato dal Consiglio Artico, forum
intergovernativo formato da sei popolazioni indigene circumpolari e
dalle nazioni che possiedono territori all'interno dell'area che
è di 30 milioni di Km2 (Canada, Danimarca, Finlandia,
Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e USA).
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Le temperature
osservate nell'artico dal 1900 ad oggi
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Anche le popolazioni dell'Artico risentiranno
degli effetti del cambiamento climatico. "Dovranno adattarsi - recita
il rapporto - alle nuove condizioni se vorranno sopravvivere". Per
questo sono già partite campagne d'informazione rivolte alle
popolazioni indigene dell'Artico. Si tratta di comunicazioni
sull'attuale situazione del loro territorio e sulle condizioni che
negli anni a venire potrebbero dover fronteggiare.
"Gli impatti del riscaldamento globale - ha dichiarato Robert Corell,
presidente dell'ACIA - stanno influenzando già da oggi le
popolazioni dell'Artico".
"Dobbiamo dire alla nostra gente quello che è emerso in
questo rapporto. - prosegue Odion Sulyazandiga, dell'Associazione Russa
delle Popolazioni Indigene del Nord - Stanno già affrontando
molte sfide, ma dobbiamo prepararli anche a questa. Inoltre dobbiamo
dire al resto del mondo che c'è bisogno di fare qualcosa per
arrestare il cambiamento climatico, e cè bisogno farlo ora".
Secondo l'ACIA, la riduzione del ghiaccio avrà conseguenze
devastanti per orsi polari, foche, trichechi e per le popolazioni
locali che trovano in questi animali la principale fonte di cibo.
In alcuni casi le infrastrutture dell'Artico dovranno essere riviste:
quando il permafrost si scioglierà le fondamenta di alcuni
edifici diverranno instabili e anche strade importanti saranno
impercorribili.
Impatto globale
Ciò che il rapporto sottolinea è la portata
globale del riscaldamento: i fenomeni che stanno sconvolgendo i poli
della Terra non sono una questione locale e l'Artico non è
solo la regione più vulnerabile ai cambiamenti climatici, ma
anche un vero e proprio regolatore del clima del nostro pianeta.
"Quello che sta succedendo nell'Artico ha importanti
conseguenze per il resto del mondo" Prof Terry Callaghan"
Quello che succede in quelle zone ha conseguenze nel resto del mondo. -
sostiene Terry Callaghan, ecologista artico, tra i compilatori del
rapporto - Ci sono vaste riserve di carbone nel permafrost e nei
sedimenti oceanici e il loro riscaldamento potrebbe aver un impatto
significativo sul resto del mondo".
Il ghiaccio del mare Artico si sta riducendo in spessore e in
estensione: i dati raccolti dai sub mostrano, infatti, che tra il 1960
e il 1990 il 40% dello strato di ghiaccio è scomparso.
Recenti osservazioni rivelano un diminuzione nella velocità
di scioglimento. Alcuni scienziati individuano la causa del
rallentamento nell'Oscillazione Artica, fenomeno climatico naturale che
impedisce il flusso di acque calde nella regione.
Ma neanche questo, secondo il professor Peter Wadhams, esperto di
ghiacci polari, sarà sufficiente a salvaguardare la
stabilità dell'Oceano Artico. Il ghiaccio estivo sembra
destinato a scomparire entro la seconda metà del nostro
secolo e i livelli del mare continueranno ad innalzarsi.
La vita sulla terra potrebbe cambiare e le città
più grandi del pianeta, come Londra e altri agglomerati
costieri, potrebbero essere minacciati dalle inondazioni.
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Gli orsi polari
utilizzano piattaforme di ghiaccio per cacciare le foche
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D'altronde i rapporti che si instaureranno tra
gli eventi naturali, più o meno noti, non sono del tutto
prevedibili. E' per questo che gli scienziati basano le loro previsioni
su modelli affetti da considerevoli margini di incertezza. Il ghiaccio
ad esempio ha un ruolo importante nel riflettere indietro la luce
solare: col suo scioglimento la Terra assorbirà
più energia e il tasso di riscaldamento subirà un
incremento non ancora quantificabile.
Parallelamente anche i raggi ultravioletti che raggiungono la
superficie artica stanno aumentando. Il trattato di Montreal ha da poco
bandito le sostanze dannose per l'ozono, come i CFC, ma saranno
necessarie decine di anni per migliorare la situazione dell'atmosfera
polare.
Da tutto ciò appare chiaro che il riscaldamento globale,
oltre ad un forte impatto ambientale, avrà anche importanti
costi sociali. Secondo l'ACIA i giovani dell'Artico riceveranno una
dose di radiazioni ultraviolette del 30% superiore a quella ricevuta
dalle generazioni precedenti. I rischi per la salute sono: aumento dei
cancri della pelle e dei disordini del sistema immunitario.
Prospettive future
Il simposio di Revjavik ha messo l'accento sulla la
fragilità e sulla precarietà dell'ecosistema
artico, ma ha sottolineato soprattutto la necessità di
incentivare le campagne di informazione per gli abitanti del polo.
Tutelare le popolazioni della regione è una
necessità urgente, e si spera nell'intervento delle
organizzazioni politiche, in primis quelle delle nazioni dell'ACIA.
"Prima di tutto chiediamo un intervento per rallentare il cambiamento
climatico", dichiara infatti Geir Tommy Pedersen, del Saami Council.
Tuttavia, i gruppi che sostengono le campagne temono proprio che
l'allarme lanciato nel rapporto venga ignorato dagli stati del
Consiglio Artico. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno recentemente
ribadito la loro opposizione al protocollo di Kyoto per diminuire le
emissioni di CO2, principale gas serra che
secondo molti scienziati è responsabile del riscaldamento
del pianeta.
"La grande fusione è cominciata", ha detto Nicola Saltman,
leader del programma cambiamento climatico del WWF.
Ora che gli scienziati hanno presentato il loro rapporto si aspetta che
le organizzazioni politiche internazionali si riuniscano e decidano il
futuro dell'Artico.
I principali punto del rapporto:
- Le temperature medie
invernali sono aumentate di 3-4 C (4-7F) negli ultimi 50 anni in
Alaska, Canada occidentale e Russia orientale. Modelli al computer
prevedono un incremento di 4-7 °C (7-13F) nei prossimi 100
anni.
- Dati e osservazioni recenti
mostrano che il ghiaccio del mare Artico si sta assottigliando
velocemente. Modelli al computer prevedono che almeno il 50% del
ghiaccio estivo scomparirà antro il 2100, e ci sono alcune
simulazioni che mostrano persino una completa scomparsa per la fine del
secolo.
- L'Oceano Artico potrebbe
rimanere senza ghiaccio in estate, e probabilmente gli orsi polari e
alcune specie marine rischieranno l'estinzione.
- La scomparsa di alcune
specie animali comporterà elevate difficoltà per
le popolazioni locali che cacciano cibo sul ghiaccio.
- I 4 milioni di abitanti
dell'Artico dovranno cambiare il loro stile di vita se la tendenza al
riscaldamento globale proseguirà velocemente.
- L'agricoltura
sarà più facile in alcune aree. Il permafrost,
infatti, si ritirerà; acque più calde renderanno
probabilmente più produttive le aree pescose.
- Il riscaldamento della
Groenlandia porterà ad una fusione del Greenland Ice Sheet,
contribuendo all'innalzamento del livello globale del mare.
- I cambiamenti del clima
artico sono sfide per la salute e la sicurezza alimentare di alcune
popolazioni indigene e minacciano la sopravvivenza di alcune culture.
- Nei prossimi 100 anni ci si
aspetta un'accelerazione del cambiamento climatico, si avranno
cambiamenti fisici, ecologici, sociali ed economici. La relazione ha
documentato che molti di questi cambiamenti sono già
cominciati.
Valentina Robbiati
Fonte : Green Cross Italia
http://www.greencrossitalia.it
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