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I batteri dei ghiacci artici sostengono l'ipotesi di vita su Marte

 

 

Analogamente a quanto riscontrato in trivellazioni profonde il Groenlandia, la presenza di tracce di metano rilevate sul pianeta potrebbero significare una presenza di forme elementari di vita

Microrganismi produttori di metano sono stati scoperti in Groenlandia, a tre chilometri di profondità: si spiega in questo modo l'eccesso di metano trovato in alcuni campioni di ghiaccio e trova sostegno l'ipotesi che il metano presente nell'atmosfera di Marte possa essere prodotto da forme di vita. La scoperta, pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, PNAS, potrebbe spiegare la quantità di metano misurata recentemente nell'atmosfera di Marte, attribuendola e forme di vita attuali. Lo hanno osservato gli stessi autori del lavoro, coordinati da Buford Price, del dipartimento di Scienze ambientali dell'università della California a Berkeley.

I microrganismi produttori di metano sono stati scoperti esaminando le carte di ghiaccio prelevate nell'ambito del progetto Greenland Ice Sheet Project 2 (GISP2), per lo studio dei cambiamenti climatici. Un accumulo di metano particolarmente abbondante in una delle stratificazioni più profonde ha portato a scoprire che l'accumulo era dovuto alla presenza di batteri che producevano metano come risultato del metabolismo. Più che per crescere e moltiplicarsi, i batteri imprigionati nel ghiaccio utilizzano la loro energia per riparare i danni al DNA: un dispendio energetico finalizzato alla semplice sopravvivenza e grazie al quale la maggior parte di questi microrganismi ha una vita lunghissima, che supera i 100.000 anni.

Secondo i ricercatori, la quantità di metano prodotta dai batteri è coerente con la scoperta fatta nei mesi scorsi dallo spettrometro dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) PFS (Planetary Fourier Spectrometer) attivo sulla sonda dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e pubblicata su Science. Dallo strumento italiano è emerso che su Marte la presenza di metano non è uniforme e che in alcune zone del pianeta rosso il metano è praticamente assente, mentre in altre aree la concentrazione è elevata. Sulla base delle forme di vita scoperte nei ghiacci della Groenlandia, i ricercatori dell'università di Berkeley ritengono che la presenza di microrganismi produttori di metano possa spiegare le concentrazioni di metano particolarmente elevate su Marte misurate dallo strumento italiano e arrivano anche a calcolare la possibile densità di queste forme di vita adattate ad ambienti estremi: un microrganismo per centimetro cubo, con una distribuzione in uno strato dallo spessore di circa 10 metri e ad una temperatura vicina al punto di congelamento dell'acqua.

 

Fonte: La Scoperta
Una produzione di Buongiorno Vitaminic SpA
In collaborazione con Newton