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L'Artico perde i pezzi, presto in nave al Polo
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Entro
10-20 anni sarà possibile passare dall'Atlantico al Pacifico,
registrata dal satellite
dell'Esa la diminuzione dello strato di ghiaccio perenne.
Più vicina l'apertura del passaggio a Nord-Est
Un'immagine dell'area a nord di Svalbard ripresa dal satellite Evinstat dell'Esa (Afp)
IL VARCO
- In particolare sono state alcune immagini registrate tra
il 23 e il 25 agosto a dare la conferma dei grandi cambiamenti in atto.
Secondo l'Esa a Nord di Svalbard si sarebbe creato un varco esteso
tanto quanto le isole britanniche e allargato anche all'area russa
dell'artico. Secondo gli scienziati sarebbe del 5-10% la percentuale di
ghiaccio perenne ad essere interessata dal fenomeno dello scioglimento
o della frammentazione. Alla base di tutto ci sarebbero state alcune
tempeste estive.
PASSAGGIO A NORD-EST - «La situazione è come mai la si era osservata fino ad oggi - conferma Mark Drinkwater, dell'unità Oceani e ghiacci dell'Esa -. E' facile immaginare che una nave potrebbe presto passare da Spitzbergen o dalla Siberia occidentale attraverso quello che normalmente è pack ghiacciato e raggiungere senza difficoltà il Polo Nord. Se questa tendenza continuasse, il passaggio a Nord-Est tra l'Europa e l'Asia potrebbe essere aperto presto. Nel giro di 10-20 anni potrebbe addirittura essere possibile navigare da una parte all'altra del mondo transitando direttamente dall'oceano artico». Un passaggio dall'Atlantico al Pacifico, insomma, senza necessità di circumnavigare l'Africa o le Americhe.
A sinistra un'immagine dell'agosto 2005, a destra una dell'agosto 2006: la riduzione del ghiaccio perenne (in fucsia) è evidente e il Polo Nord, indicato con un punto nero, appare sempre più raggiungibile (Esa)
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