GROENLANDIA 2003
di
Roberto Elisa e Nicholas Arduini
GROENLANDIA : La
più antica terra del mondo.
07 agosto 2003
Ci interessiamo al viaggio in Groenlandia nel 2000 quando
all’arrivo all’aereoporto di Rejakivik in Islanda,
(siamo amanti delle zone del Nord Europa) vediamo alcune gigantografie
dell’isola nell’ambito del festeggiamento dei mille
anni da quando Erik il Rosso ha raggiunto l’isola per fondare
una colonia (poi estinta dal freddo e dalle malattie).
Dopo alcuni anni di attesa, dovuti alla difficoltà di
reperire materiale ( non ci sono guide del paese in Italiano) e dei
costi di trasporto piuttosto elevati (Greenlandair ha il monopolio
sulla costa occidentale dell’isola) finalmente il
07 agosto partiamo alla volta di Copenaghen, che è la
città di partenza per raggiungere tutte le zone della
Groenlandia occidentale.
Copenaghen è una citta’ che conosciamo bene in
quanto l'abbiamo già visitata in primavera. Facciamo un giro
al porto turistico, Amalienborg (residenza dei
reali) e immancabile puntata a Nihavn dove non mancano mai tavolini dei
bar affollati di gente e qualche burlone che fa spettacolo o qualche
orchestrina improvvisata ad ogni ora del giorno.
08
- agosto 2003
Partenza al mattino presto
per l’aeroporto dove un Airbus della compagnia aerea
Greenlandair ci
porterà all’unico aeroporto internazionale
dell’isola a Kangerlussuaq , ex base militare fino al 1992
degli USA costruita nel 1941, poi ceduta al governo
groenlandese.
Dopo qualche ora di volo siamo in avvistamento
dei primi iceberg
dalla costa orientale, scarsamente
popolata (non più di 2.500 abitanti) poi l’aereo
taglia all’interno dell’isola completamente coperta
da ghiacci perenni e completamente disabitata. Tutti i
55.000 abitanti dell’isola , grande 7 volte
l’Italia vivono sulle coste occidentali negli spazi lasciati
liberi dai ghiacci e nei fiordi navigabili solo in estate.
All’arrivo a Kangerlussuaq, siamo
solo noi 3 italiani in mezzo a centinaia di Inuit che tornano a casa
per le ferie estive e che proprio qui si ricongiungono tra baci e
abbracci, la cittadina non appare molto bella e’ in fondo una
base militare e tutto parla così , gli edifici che paiono
grossi contenitori di merci, autobus americani e l’unico
hotel derivato dagli appartamenti dei piloti adattati a un turismo non
troppo esigente.
Ma questa sosta è obbligatoria
perchè è l’unico posto in Groenlandia
dove si può raggiungere in fuoristrada o a piedi la calotta
polare, l’accesso più facile,e allora noi andiamo
!!!
La guida riesce a mostrarci da vicino anche un
paio di esemplari di bue muschiato, grosso bisonte artico trapiantato
dal Canada che vive bene nel deserto artico che stiamo attraversando
per raggiungere la calotta polare in questi immenso fiordo , in questi
immensi spazi groenlandesi, qui dove risiede la natura selvaggia.
All’avvistamento delle prime propaggini dei ghiacci sale
l’euforia, vediamo la calotta apparire a destra e a sinistra
della strada, si erge dai laghi per un 50, 100 metri e sotto
rimangono i restanti 900/1000 metri , lo spessore
minimo della calotte che poi al centro raggiungono fino ai 3 km di
spessore!!!
La strada finisce sulla calotta , dove grazie a dei lavori idraulici
effettuati dalla casa automobilistica Wolkswagen, si
pippopuò camminare tra queste colline di ghiaccio o prendere
una bella borraccia di acqua ghiacciata proveniente da ghiacci vecchi
di centomila anni e quindi di acqua purissima
Il panorama è
pazzesco, un inferno di ghiacci tutto intorno a noi
e noi soli in questo terribile e affascinante paesaggio, la
natura padrona totale della scena.
09
agosto 2003
Ripartiamo da Kangerlussuaq con un
quadrimotore per raggiungere Ilulissat,
mitica città degli iceberg, sorta a fianco
del fiordo ghiacciato più produttivo dell’emisfero
occidentale,produce infatti 20.000.000 di tonnellate di ghiaccio al
giorno, pari al consumo idrico di un anno di New York, abitato da ben
4.500 persone e 2.500 cani da slitta.
Dall’aereo il fiordo
e’ emozionante e il video non rende le
dimensioni di queste montagne di ghiaccio che stazionano nel fiordo e
davanti alla cittadina.
Nel pomeriggio visitiamo
la città, cani da slitta in ogni casa, bambini che giocano a
pallone nel campo di ghiaia (l’erba
è un lusso) e adulti che si incontrano alla casa della
cultura , un centro sociale utile soprattutto in inverno quando
l’isolamento e il buio sono totali . Ora il sole splende fino
alle 11.30 della sera…….
Passiamo alla casa di Rasmussen , noto
esploratore e divulgatore della cultura inuit e vediamo una
ricostruzione di una casa inuit prima dell’avvento delle
lamiere , fatta in torba e sassi e con entrata a cunicolo per non far
entrare aria fredda in inverno.
Dalla stanza dell’albergo la sera lo spettacolo del tramonto
con gli iceberg e’ assicurato.
10 agosto 2003
Prendiamo la motonave Smilla, (dal film Smilla
Sens of Ice del 1996 che ha reso famoso Ilulissat) attrezzata per
navigare tra gli iceberg e ci dirigiamo al ghiacciaio Equi a 120 chilometri di
distanza da Ilulisat che e’ l’unico da cui di
solito, nasce un iceberg ogni ora.
Imbarchiamo il cibo a Rodebay, piccolo villaggio di cacciatori poco
fuori Ilulissat ultimo insediamento umano fino alla meta e poi 3 ore di
navigazione e man mano che ci avviciniamo gli iceberg sono sempre
più fitti tanto che l’ultima mezzora siamo pervasi
da sinistri rumori di ghiaccio contro lo scafo , che seppur con la
massima fiducia verso il capitano della barca, ci fanno un
po’ preoccupare , forse per questo ci viene servito il
pranzo??? Siamo comunque calati in un paesaggio incredibile,
più volte ci interroghiamo sul fatto se siamo in paesaggio
reale o in un cartolina, siamo proprio noi in questo scenario
incredibile in una giornata un po' nuvolosa e nebbiosa che
però rende tutto più avventuroso e affascinante.
All’arrivo lo spettacolo e’ immenso , stiamo a
distanza di circa 1 Km, per sicurezza, si odono rumori di crolli
frequenti all’interno del ghiacciaio e qualche crollo sul
mare ma troppo veloci per riprendere con la telecamera, vediamo colonie
di gabbiani artici che si alzano in volo appena crolla qualche parete
poi si riposano sugli iceberg a caccia di gamberetti.
Lentamente rientriamo e ci soffermiamo a vedere una caverna di ghiaccio
scavata all’interno di un grosso iceberg e visitiamo pareti
di roccia abitate da colonie di sule.
La sera , al rientro visitiamo il cimitero, che seppur luogo triste,
parla della vita
trascorsa della gente e notiamo purtroppo la forte mortalità
giovanile causata da suicidi e da incidenti di mare, un mare che non
permette errori, una caduta equivale a morte certa.
Le tombe sono
completamente coperte di fiori di plastica , qui nel paese dove sboccia
solo un fiore, l’ epilobio, il desiderio di avere un
giaciglio semplice ma completamente fiorito, commuove.
11 agosto 2003
In mattinata visitiamo con la guida locale
l’insediamento preistorico nella fertile valle di Sermemiut,
a ridosso
di Ilulissat e da dove si gode una splendida vista del fiordo
ghiacciato.
Nei pochi resti delle case di torba risalenti a parecchi migliaia di
anni fa, si sono ritrovati grazie al clima e al permafrost, ancora
intatti pezzi di pelle della testa con qualche capello di teschi
risalenti a parecchie secoli addietro. La guida ce lo mostra
tranquillamente e a prima vista poteva sembrare una corteccia
…….
Dopo esserci goduti la vista nelle vicinanze del crepaccio profondo 100
metri dal quale le anziane donne inuit si buttavano quando erano di
peso per la famiglia,( gli uomini invece di uccidevano in mare
prendendo un kayak che non faceva più ritorno) andiamo a
visitare una necropoli inuit sul fiordo.
Sotto alle rocce ci sono centinaia e centinaia di teschi e ossa di
inuit, che prima dell’avvento dei danesi e del cristianesimo
portavano sul fiordo i loro morti e li seppellivano sotto le rocce,
perché secondo la visione inuit la vita viene
dal mare (il cibo per loro viene solo dal mare non certo dalla terra
non fertile) e al mare deve tornare.
Come non condividere questa visione, questa gente che ama questa dura
terra al punto da essersi modificati geneticamente con braccia corte,
naso più stretto, che vuole morire con un immagine
dei ghiacci negli occhi.
Che forza!
Nel pomeriggio mentre siamo in paese avvistiamo una delle 5 balene che
stazionano nel fiordo a caccia di gamberetti, li a distanza di 500/600
metri da noi l’enorme cetaceo si immerge più volte
con nostra immensa gioia, mentre la sua pelle risplende alla luce di
una splendida giornata di sole.
Prima ce la indicano i gestori del museo locale , anche loro emozionati
dallo un spettacolo visto molte volte, poi all’uscita del
museo riusciamo a vederla ancora e più da vicino.
Si preannuncia con il fischio del suo sfiato poi emerge parzialmente
con il corpo e totalmente con la coda.
Torniamo sul fiordo ghiacciato
perché con una giornata di sole così contiamo in
un colpo di fortuna che ci sarà, di vedere crollare qualche
parete di ghiaccio e quindi la nascita di un iceberg.
Infatti davanti a noi dopo poco aver
raggiunto un picco panoramico ecco che avviene lo stupendo spettacolo,
rimaniamo esterrefatti dall’avvenimento a breve distanza di
tempo 3 crolli rompono il silenzio che avvolge queste zone artiche e
alzano un onda notevole
E ’nato un iceberg di media grandezza, quelli grossi partono
a primavera inoltrata e navigano per migliaia di miglia fino alle coste
americane, ricordiamo che l’iceberg più famoso del
mondo , quello responsabile dell’affondamento del Titanic,
parti da Ilulissat.
Come dice nostro
figlio Nicholas abbiamo visto tutto della Groenlandia, i ghiacci, i
bisonti, le balene, la nascita dell’iceberg”.
Si, è vero ,questa stupenda terra ci ha
regalato tutte le emozioni possibili, nella sua immensa
generosità ci ha rivelato i suoi spettacoli, non ci resta
che salutarla con uno splendido tramonto del sole quasi a mezzanotte
che accende le case i Ilulissat e di rosso il mare e gli iceberg tutto
intorno mentre la
vita continua qui oltre il 60 ° parallelo come se tutto fosse
ordinaria meraviglia e bellezza. .
Arrivederci forse Groenlandia.!!!!!
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